Alla scoperta della Val Prino: da Dolcedo a Lecchiore




Vista del panorama di Dolcedo

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Alla scoperta della Val Prino: da Dolcedo a Lecchiore




Dicembre 01, 2020

Ora che la Liguria è tornata zona gialla, finalmente possiamo riprendere i nostri giri nell’entroterra. Questa volta vogliamo proporvi la Val Prino, un territorio a pochi chilometri dai nostri appartamenti di Diano Marina, in cui si incontrano alcuni dei borghi più suggestivi della Liguria di ponente. Vi condurremo tra uliveti, antichi frantoi e mulini, attraversando Dolcedo e le sue borgate, fino a Lecchiore.

Dall’agriturismo a Dolcedo

Partiamo dall’agriturismo e percorriamo la via Aurelia fino a Imperia, raggiungendo Piazza Dante a Oneglia. Proseguiamo fino a Porto Maurizio e all’altezza della galleria Gastaldi – che dall’Aurelia taglia internamente, finendo in via Cascione – procediamo in direzione della frazione Caramagna Ligure. A questo punto prendiamo la strada provinciale nei pressi della Salita Bastera e dopo circa 400 metri troviamo un incrocio. Sulla destra abbiamo la strada per Vasia, mentre a sinistra lo sbocco per Dolcedo. Prendiamo quest’ultima via, continuando lungo un falso piano, e la prima località che incontriamo è la frazione di Isolalunga.

 

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Isolalunga

Si tratta di un piccolo centro abitato, a pochi metri da Dolcedo. Decidiamo di fare una piccola sosta per girare tra i caruggi del paese, dove ci sorprendono le antiche case in pietra, con i cortili ordinati e impreziositi da siepi e piante fiorite. Non perdiamo occasione per ammirare anche le due chiese, davvero graziose: la chiesa di San Michele e quella di San Sebastiano, quest’ultima dalla facciata rossa slavata, in cui resistono le sinopie degli antichi affreschi.

Particolare della chiesa di San Sebastiano nella frazione di Isolalunga

Dolcedo

Lasciamo Isolalunga e proseguiamo il nostro viaggio verso il borgo più noto della Val Prino: Dolcedo. Prendiamo la strada provinciale sulla parte alta che ci conduce in piazza San Carlo, il fulcro in cui gravitano le attività principali del paese. Ogni domenica, ad esempio, si tiene un noto mercatino dell’antiquariato. Ma qui si trova soprattutto la Loggia Comunale, ovvero la sede del Municipio. Dalla targa apposta sull’elegante struttura ricaviamo che la costruzione ebbe inizio nel 1650, dopo che Dolcedo ottenne dalla Repubblica di Genova il permesso di emanciparsi dal controllo di Porto Maurizio (1613). È qui che anticamente si teneva il mercato, come testimoniano le due vasche in marmo con lo stemma di Genova, che servivano a misurare l’olio e il vino.

Le antiche vasche per misurare l’olio e il vino

Attraverso una porta ad arco si entra nella parte più antica di Dolcedo. Dopo aver percorso qualche stretto caruggio, arriviamo in una graziosa piazzetta, dove si staglia imponente la chiesa di San Tommaso. Seppur di origini medievali, l’edificio assunse il suo aspetto barocco, con le ricche decorazioni in stucchi policromi e le colonne in pietra nera, in seguito al progetto dell’architetto Marvaldi, noto soprattutto per aver realizzato la chiesa dei Corallini a Cervo

La facciata della chiesa di San Tommaso a Dolcedo

Proseguendo la nostra passeggiata per il borgo storico non possiamo non restare meravigliati dalle architetture medievali, con le case affacciate sul torrente Prino e i ponti che lo sovrastano, come quello fatto costruire dai Cavalieri di Malta. Da qui si scorge anche la frazione Ripalta, sopra Dolcedo, anch’essa ricca di scorci suggestivi.

La vista del ponte di Dolcedo.

Sopra il ponte dei Cavalieri di Malta

Da San Paolo a Lecchiore

Usciti da Dolcedo ci dirigiamo verso la zona più alta. La prima località che incontriamo è San Paolo, un piccolo nucleo di case in pietra dai caratteristici caruggi e le volte coperte. A questo punto riprendiamo il motorino e saliamo lungo la strada che da Dolcedo conduce a Lecchiore. A questo punto ci troviamo ad attraversare la frazione di Costa Carnara per arrivare, infine, alla borgata Castellazzo, dove si trova la chiesa più antica della vallata, dedicata a Santa Maria (o dell’Annunziata). Sebbene la facciata preceduta da un porticato testimoni un rifacimento in stile barocco, il suo assetto romanico è evidente nell’abside e, soprattutto, nel fregio incastonato sopra l’ingresso principale.

Il fregio nella facciata della chiesa dell’Annunziata a Castellazzo

Bellissimi e Trincheri

Superata la frazione di Castellazzo proseguiamo in direzione di Bellissimi. Il borgo si lascia scoprire ad ogni angolo dei suoi vicoli storici, dove ammiriamo non solo la chiesa di San Mauro e gli edifici civili, ma anche il suo tentativo di immergersi in una realtà artistica completa. Sui muri ci salutano i colori vivaci di murales contemporanei, che si sposano meravigliosamente con il contesto medievale.

Un murale a Bellissimi

A questo punto troviamo una biforcazione. Da una parte si raggiunge Trincheri e la cappella di Santa Brigida, sul crinale tra la Val Prino e la valle San Lorenzo; dall’altra si va alla frazione di Lecchiore, dove la strada si ferma per tramutarsi in bosco. Noi decidiamo di proseguire subito verso la cappella di Santa Brigida, un antico edificio religioso di epoca medievale, dall’aspetto austero e proprio per questo affascinante, situato ai piedi del monte Faudo.

La cappella di Santa Brigida a Trincheri

Lecchiore

Torniamo quindi a Bellissimi e procediamo verso Lecchiore, l’ultimo paesino del nostro percorso. Qui visitiamo la chiesa di Sant’Agostino e la sua piazza, percorrendo anche i caruggi storici. Infine, seguendo le indicazioni del santuario dell’Acquasanta, ci avventuriamo nel bosco per circa 400 metri, attraverso un sentiero che conduce ai famosi laghetti di Lecchiore. L’acqua qui è piuttosto fredda, ma non è raro, nella stagione più calda, trovarvi dei bagnanti che si godono l’atmosfera da fiaba.

I laghetti nel bosco di Lecchiore

Siamo arrivati alla fine della prima parte del nostro viaggio lungo la Val Prino. Nel prossimo articolo proseguiremo il percorso, procedendo da Prelà e Villatalla.

 

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