Produzione agricola
Febbraio 04, 2020
L'inverno è per noi la stagione dei carciofi. Con il loro sapore deciso e il colore vibrante, conquistano da sempre le tavole mediterranee. Da anni una buona parte della nostra produzione è dedicata a questa preziosa pianta. Presso la nostra azienda agricola, infatti, coltiviamo il noto carciofo spinoso d'Albenga, una varietà autoctona piuttosto ghiotta.
In questo articolo vedremo insieme quali sono i necessari passaggi legati alla coltivazione dei carciofi.
Il carciofo è una pianta tipicamente mediterranea, la cui maggiore produzione in Italia si attesta in Puglia, Sicilia e Sardegna. In Liguria è sicuramente minore, ma rappresenta comunque uno dei fiori all'occhiello della coltivazione agricola locale, insieme a quella della Zucchina trombetta, del pomodoro Cuore di bue, e dell'Asparago violetto. In particolare, nella nostra regione la coltivazione di questa pianta si concentra nell'area del savonese e dell'imperiese, nella variante nota come “Carciofo spinoso d'Albenga”.
A differenza di quanto avviene per il basilico, coltiviamo i nostri carciofi in campo aperto. Abbiamo circa 1650 piante distribuite su due diverse fasce: la prima adiacente all'agriturismo e l'altra a 1,5 km di distanza.
Nonostante il carciofo sia una pianta poliennale – in grado, cioè, di resistere più anni nello stesso terreno – le nostre carciofaie vengono rinnovate ogni anno. Questo ci consente di aumentare la produttività delle piante, che riescono a produrre ciascuna fino a 7 carciofi. Ognuno di questi può arrivare a pesare dai 150 ai 400 grammi, mentre l'altezza varia da 1,2 a 1,3 metri. Al termine del fusto troviamo il tipico capolino formato da foglie, o brattee, di colore verde intenso e violetto. Infine, le spine giallastre alle loro estremità rendono inconfondibili questi carciofi.
La pianta del carciofo si adatta facilmente a climi miti e predilige terreni pianeggianti e collinari, come il nostro. Sopporta anche le basse temperature, a patto che non scendano sotto lo zero, altrimenti la loro crescita viene drasticamente compromessa.
Piantiamo i nostri carciofi a metà agosto, in piccoli avvallamenti del terreno dalla forma sferica, profondi circa 25 centimetri e distanti tra loro più o meno 50 centimetri. Una volta avvenuta la posa a terra, procediamo con il posizionamento di un sistema di irrigazione a goccia, che provvederà all'approvvigionamento idrico automatico. Questo avviene soprattutto durante i periodi più secchi, quando le piogge non sono sufficienti a soddisfare le nostre piantine.
Le prime piante vengono raccolte manualmente prima di Natale, e si procede fino a primavera inoltrata. I carciofi si sistemano poi in apposite cassette che vengono destinate alla vendita. Diversamente da ciò che riguarda il nostro basilico e i pomodori Cuore di bue, il mercato di riferimento è soprattutto quello locale, in quanto le quantità, seppur variabili, non consentono di soddisfare le necessità della grossa distribuzione.
A proposito della rotazione delle colture, invece, alla carciofaia facciamo seguire la coltivazione della Zucchina trombetta. I residui organici prodotti dal carciofo, infatti, sono capaci di aumentare la fertilità del terreno sui cui sono stati impiantati nel corso degli anni, rivelandosi particolarmente preziosi per le nostre zucchine.
Questa varietà si distingue facilmente dalle altre italiane per la forma conica del capolino e le foglie esterne dai colori cangianti che richiamano la tavolozza vibrante del verde e violaceo intenso. Il sapore è delicato, non eccessivamente amaro, ed è ottimo se consumato crudo, con un po' di olio e limone.
Inutile parlare della proprietà nutritive, che sono molteplici: un concentrato di vitamine e minerali. Calcio, potassio e ferro per citarne solo alcuni.
A noi piace gustarlo anche cotto nelle ricette a cui siamo più affezionati: risotto e i frisceu. Ma soprattutto ci piace osservare i loro fusti fare capolino al tramonto dalle nostre fasce. Quando anche la fatica della coltivazione dei nostri carciofi viene sublimata dal loro profumo.
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